Leggendo alcuni tra gli innumerevoli blog di cucina mi capita spesso di pensare a come fanno a riempire di contenuti le loro pagine. Certo, a volte c’è la fantasia, ma altre volte mi chiedo se davvero quella sia una ricetta personale o della propria famiglia o se invece non sia “liberamente” ripresa o ispirata a qualche altra trovata su una rivista, un giornale, un libro o magari online.
Da qui l’importanza della bibliografia. Non solo perchè copiare è reato mentre studiare è apprezzato, ma anche per comunicare, agli avventati lettori che si volessero cimentare a sperimentare fidandosi di noi, che la ricetta che proponiamo loro non è frutto solo di estro o idee strappate all’empireo, ma di tecniche sapientemente apprese dalle fonti con cui ci siamo confrontati.
Ben venga poi modificare a piacere o secondo la necessità la ricetta. Ma che non manchi mai l’onestà della citazione.
Ingredienti (per 2)
Mezze maniche (noi, Masciarelli), 160 g
Sugo di pomodoro (varietà Pera abruzzese), una bottiglia
Stracciatella di burrata, circa 120 g (in alternativa, 1 burrata piccola)
Basilico, un bel mazzetto di foglie
Pane casereccio (meglio se raffermo), una fetta spessa
Aglio (facoltativo), 2 spicchi
Olio evo, q. b.
Sale, q. b.
Procedimento
Preparate il parmigiano dei poveri, frullando insieme le foglie di basilico (tenetene da parte qualcuna piccolina per la decorazione), la mollina di pane e, a piacere, uno spicchietto di aglio privato dell’anima. Mettete le briciole ottenute in un padellino con un filo d’olio, portatelo sul fuoco a fiamma media e fate tostare la mollica, fino a farla diventare croccante. State attenti a che non bruci mai (nel caso abbassate la fiamma). E quando è pronta ponetela in una ciotolina, perchè lasciandola in padella tenderà a bruciare per via del calore rimanente.
Contemporaneamente, ponete in un saltapasta un filo d’olio e, a piacere, uno spicchio di aglio scamiciato intero. Fate soffriggere leggermente, quindi unite il sugo e fatelo restringere.
Prendete la stracciatella o, in alternativa, il ripieno della burrata e ponetela in un frullatore ad immersione. Frullate cercando di incorporare più aria possibile, in modo da ottenere una crema dalla consistenza di una mousse. Se la salsa dovesse risultare troppo liquida, aggiungete dei pezzi di stracciatella in più o della “buccia” della burrata. Se, al contrario, dovesse risultare troppo densa, allungatela con un po’ della panna contenuta nella stracciatella o all’interno della burrata.
Pronta la linea, portate a bollore una pentola con abbondante H2O, salatela e lessate la pasta.
Cuocetela per circa 3/4 del suo tempo di cottura, quindi, aiutandovi con un mestolo forato, scolatela e mantecatela nella padella con il sugo, in modo che ne assorba bene il sapore. Unite in questa fase anche delle foglie di basilico spezzettate con le mani. Se il sugo sarà eccessivamente ristretto, ma avrete ancora bisogno di portare a termine la cottura, aiutatevi con un mestolo di acqua di cottura della pasta tenuto da parte.
Bene, eccoci all’impiattamento.
Schizzate sulla base del piatto un cucchiaio di sugo. Ponete al centro del piatto le mezze maniche e riempitele con la crema di burrata.
Guarnite con delle foglioline di basilico ed il crumble di pane croccante al basilico.
Buon pranzo!
Bibliografia
Ricetta ispirata alla foto postata sul profilo instagram di @andrea_mattasoglio
U ‘opera d’arte questo piatto, mi piace 👍
Troppo onore!! 😊😊
La ricetta è ottima, siete proprio sicuri che si possano preparare quattro porzioni riempiendo le mezze maniche a una a una in tempi ragionevoli? Sto un po’ scherzando, ovviamente … Sono d’accordo sul valore della citazione, io non ci ho mai pensato perchè propongo le mie idee che, sono certa, da qualche parte attingono. Starò più attenta. Ciao!
Non mi riferivo ovviamente a chi, come te, propone le proprie ricette di famiglia, ci mancherebbe 🙂
Sulle porzioni…. io effettivamente oltre 2 non sono andato…
Volevo essere ironica … la rete è algida e spesso non è facile farsi capire. Le foto vogliono un’estetica che qualche volta contrasta con la realtà, alla quale si può provvedere subito dopo. Sulle fonti, invece, io mi sento invitata a una riflessione. E’ possibile inventarsi ancora qualcosa di nuovo?
Sicuramente sì Paola. Non le tecniche. Quelle chiaramente non le inventiamo noi. Però credo ci sia mooolto spazio ancora. Per esempio, pensa a come potresti reinterpretare un classico: una carbonara? Al posto dell’uovo il peperone. EHI! Mi sono appena dato una nuova idea!
Vai! Un’idea per me ottima perchè l’uovo, nella carbonara, non mi piace
La userò per i prossimi post. Ma ovviamente aspetto anche la tua ricetta! Vedrai quante differenze ci saranno!
oh oh
Ora che ci penso, forse per 4 sarebbero meglio i paccheri. Sono certamente più “maneggevoli” da riempire
Giusto!
Non sai quanto io sia d’accordo sulla citazione delle fonti! Bravo tu e onore naturalmente e doverosamente ad Andrea.
Ti leggo e so che tu sei una persona molto attenta nella citazione.
Per quanto mi riguarda, sarà che sono abituato al lavoro di ricerca, però penso davvero una citazione non tolga nulla al valore del piatto (tra l’altro, Andrea ancora scriveva le ricette all’epoca), ma dia il senso di un lavoro di studio alla base.
Anche perchè è poco credibile che tutte le idee provengano dalla pura fantasia. Specie per chi posta molti piatti.
Pienamente d’accordo!
Che buone! Sono troppo appetitose e fresche! Mi segno questa splendida ricetta! Grazie e buon pomeriggio!
Non può che farmi piacere. Buon pomeriggio e, prima ancora, buon pranzo anche a te!