Ho avuto la fortuna di vivere in una famiglia che ama la cucina. Questa ricetta è una delle ricette “segrete” di famiglia. Me l’ha insegnata mio zio.
Mi ricordo, quando mia nonna stava molto male, che mio zio ne portò a casa una pentola. Erano le quattro del pomeriggio. Forse fu il profumo. Ma lei aprì gli occhi e disse di volerla mangiare. Fu una merenda straordinaria. Il potere evocativo del cibo, che sempre mi affascina.
Con questa ricetta partecipiamo alla Giornata Nazionale del Calendario del cibo italiano promosso da Aifb dedicata al Cinghiale. L’ambasciatrice di oggi è Donatella Bartolomei. E vi rimandiamo al suo bellissimo articolo.
Ingredienti (per 4)
Cinghiale, 1 kg (meglio un solo pezzo grosso: spalla o muscolo)
Cipolla bianca, 1
Sedano, 1 costa
Carota, 1 + 1
Rosmarino, un po’ fresco
Salvia, un po’ fresca
Cannella, 1 stecca
Ginepro, 7/8
Pepe bianco, 1 pizzico
Chiodi di garofano, 2/3
Alloro, q. b. (1 foglia c.a.)
Vino, 2 bottiglie di rosso forte e corposo (es. Montepulciano o Chianti) e, comunque, fino a coprire tutta la carne
Sale, q. b.
Il Procedimento è appuntato su un foglietto, dettato da mio zio, tempo fa. Ve lo lascio in dono 🙂
Consiglio solo, se volete e secondo la consistenza del condimento, di deglassare la pentola a fine cottura con un po’ di vino per raccogliere tutti gli zuccheri della cottura, legare il sugo (per riduzione a fuoco vivo o con l’aiuto di un amido, come la farina) e servirlo sulla carne.
Io adoro il cinghiale! Per ora l’ho provato solo con il ragù e come salsiccia secca :3
È delizioso, vero?
Ammazza!! il cinghiale è uno spettacolo!
Ecco, un altro tuffo al cuore <3 Quel foglietto lo salvo, queste sono le peparazioni "carnose" che prediligo: peccaminose, succulente, trasgressive e tanto, ma tanto buone! Io posso ricambiare questa gentilezza preparandovi una polenta fumante cotta sulla stufa dello zio di ello: solo la polenta cotta sulla stufa ha, come dicono in Friuli "profumo di stiç" e troverebbe volentieri un posto accanto a questo piatto <3
Ci starebbe davvero, davvero, ma davvero benissimo! Mai mangiata una polenta cotta sulla stufa, ma la polenta ci piace un sacco. Chissà come deve essere. Quei sapori tradizionali, forse anche perduti
Chissà che un giorno non vi venga voglia di passare da queste parti… Magari in viaggio di nozze <3
Non esageriamo…magari un viaggio e basta xD
In realtà siamo passati l’anno scorso e abbiamo fatto un giro del Friuli. Ma ancora non ci conoscevamo
Mannaggia, ma da maggio a novembre sono stata offline 🙂
E noi non avevamo nemmeno creato il blog! Però c’è sempre un’occasione per tornare. E nel caso ovviamente te lo diciamo
Che buono!! peccato che qui non si trova.
Da noi invece si usa spesso. Se passi da queste parti, sai cosa ordinare 😉
Sicuramente!
Com’è vero che sapori e profumi fanno “casa” e risvegliano i ricordi. Non ho molta confidenza con il cinghiale, ma passerò la ricetta a un’amica che lo ama alla follia (in questa versione 😉
Prova assolutamebte! E magari fatti invitare dalla tua amica, così ci dite entrambe cosa ne pensate 🙂
D’accordo 🙂
Che bel ricordo. Grazie di averlo condiviso e di averci lasciato in dono la ricetta.
Come avevate già scritto, quando il cibo è legato ad un caro ricordo sembra ancora più buono.
È un emozione fortissima. Ed hai assolutamente ragione
accipicchia,questo brasato e’ buonissimo!
Ed è anche tenerissimo 🙂